Roberto riceve un "insegnamento" dal signor di Salazar, sul modo di comportarsi di un saggio ai primi del 1600 ...
... Da pochi giorni che vi muovete in mezzo a gentiluomini parigini voi gia' mostrate di essere conquistato dai loro costumi. Voi vorreste tentare la fortuna nella grande citta', e sapete bene che e' la' che dovrete spendere quell'alone di fierezza che la lunga inazione tra queste mura vi avra' concesso. Cercherete anche voi fortuna, e dovrete essere abile nell'ottenerla. Se qui avete appreso a schivar la palla di un moschetto, la' dovrete apprendere a schivare l'invidia, la gelosia, la rapacita', battendovi ad armi pari coi vostri avversari, e cioe' con tutti. E quindi ascoltatemi. E' mezz'ora che mi interrompete dicendo quello che pensate, e con l'aria di interrogare volete mostrarmi che m'inganno. Non fatelo mai piu', specialmente coi potenti. Talora la fiducia nella vostra penetrazione e il sentimento di dover testimoniare la verita' vi potrebbero spingere a dare un buon consiglio a chi e' piu' di voi. Non fatelo mai. ogni vittoria produce odio nel vinto. e se la si riporta sul proprio signore, o e' sciocca o e' dannosa. I principi desiderano essere aiutati ma non superati. Ma sarete prudente anche con gli uguali. Non umiliateli con le vostre virtu'. Non parlate mai di voi stesso: o vi lodereste, che e' vanita', o vi vituperereste, che e' stoltezza. Lasciate piuttosto che gli altri vi scoprano qualche pecca veniale, che l'invidia possa roder senza troppo vostro danno. Dovrete esser d'assai e talvolta parer di poco. [...] E sovrattutto, se avrete delle passioni, non le metterete in mostra, per nobili che vi appaiano. Non si deve consentire a tutti l'accesso al proprio cuore. Un silenzio prudente e cauto e' la teca della saggezza. [...] Vedete, caro Roberto, il signor di Salazar non dice che il saggio deve simulare. Vi suggerisce, se ho bene compreso, che deve imparare a dissimulare. Si simula quel che non e'. si dissimula quel che e'.